Venerdì 13 a Pieve Santo Stefano, in occasione del Premio Pieve Saverio Tutino 2019 dell’Archivio Diaristico Nazionale, sono stati presentati i vincitori del concorso DiMMi Diari Multimediali Migranti 2019. Un pomeriggio in cui tante voci differenti, una dopo l’altra, hanno davvero restituito la complessità delle motivazioni e l’irriducibile pluralità delle esperienze migratorie.
La giuria nazionale ha indicato 11 vincitori e 7 segnalati, riportiamo qui di seguito i nomi e le motivazioni ufficiali della premiazione.
Motivazioni del Premio
Concludiamo questa quarta edizione di DIMMI di Storie Migranti con numeri più che lusinghieri, che provano il successo e la ragion d’essere di questo spazio di incontro, condivisione e testimonianza (ricordiamo: 122 testimonianze raccolte, 39 differenti paesi di origine, 8 commissioni – Arezzo, Cantù, Catania, Padova, Pontassieve, Pontedera, Roma e Torino).
Mai come quest’anno dagli scritti pervenuti emerge un bisogno espressivo che sfocia nel gusto del racconto tout court, nella profondità di analisi e nell’uso letterario della lingua italiana. Tutto ciò senza mai perdere di vista l’istanza testimoniale, il resoconto di quanto si è vissuto e che, ancora troppo spesso, è marchiato a fuoco dal dolore, dalla sofferenza, dal rischio della vita stessa.
A emergere è inoltre una importante riflessione sull’identità, l’io sospeso tra due culture: quella d’origine e quella di approdo. Nei confronti dell’una quanto dell’altra si rilevano inedite posizioni di analisi, di partecipazione e di critica: posizioni mai superficiali, che sfuggono a facili etichettature.
Si rileva infine come la Storia del Novecento – quella con la S maiuscola – continui a impattare e condizionare la vita delle giovani donne e dei giovani uomini degli anni Duemila. Come i regimi, siano essi ancora in piedi o ormai al collasso, impattino sulle scelte degli individui e su quelle delle famiglie.
La Giuria di DIMMI di Storie Migranti ha deciso di premiare gli scritti di:
Mamadou Diakité
Per la capacità di restituire tappa dopo tappa il viaggio che dalla Costa d’Avorio l’ha condotto in Italia attraverso non soltanto il racconto di sé, ma prestando grande attenzione alle storie dei compagni di viaggio; per la disarmante semplicità con cui ha restituito dignità a ogni motivo per cui migrare, purché basato sull’assunto del «dare valore alla propria vita».
Williams Olawale
Per aver illustrato nel suo scritto, l’esistenza di un tipo di migrazione non conosciuta, frutto non di specifici intenti migratori ma conseguenza di eventi tra loro concatenati, per avere con la sua memoria ribadito ancora una volta la dignità di chi fugge da ogni tipo di violenza.
Fatima Mohamed Abdullahi
Per avere condiviso quello che mai vorremmo vedere né conoscere, per il suo coraggio, e sperando che la vita le possa riservare la gioia che finalmente merita.
Nahida Akhter
Per il coraggio con cui ha espresso la sua opinione, per il silenzio che è stato anch’esso espressione di coraggio; per aver illustrato con parole efficaci la sua condizione di giovane donna due volte immigrata in Italia; per la sensibilità e l’intelligenza con cui ha ricercato, immaginato e sta tuttora costruendo la sua identità tra due culture.
Houda Latrech
Per avere mescolato, con amore e sensibilità, la propria storia a quella di suo padre, colui che per primo ha scelto l’Italia; per avere mostrato con il suo talento di avere lei stessa scelto l’Italia e la lingua italiana, che ormai le appartengono.
Paule Roberta Yao
Per la profondità di analisi del suo scritto che restituisce l’identità di una donna nel suo farsi, attraverso il lutto e la gioia, la fatica e la gratificazione del lavoro, la caduta e la rinascita, la scoperta delle proprie origini e la partecipazione al contesto sociale in cui è inserita.
Ndack Mbaye
Per aver mostrato nel suo scritto difetti e virtù della sua cultura di origine, quella senegalese, e aver rivelato acute capacità di osservazione e interpretazione.
Lamine Dia
Per avere ribadito la giustezza di un proposito migratorio diverso dalla sopravvivenza e dalla fuga da una situazione di conflitto, ma generato dal desiderio di affermarsi.
Liudmila Florenta
Per la delicatezza con cui fa luce sull’aspetto meno conosciuto di una particolare migrazione economica, quella dall’Est Europa, spiegando il sentimento dei figli di chi è partito in cerca di un futuro migliore per loro.
Seydi Rodriguez Gutierrez
Per il coraggio che l’ha portata a lasciare l’isola in cui è nata per seguire la curiosità e il sogno, per avere mantenuto la grazia e l’attenzione alla bellezza nonostante le difficoltà e le rinunce che questa scelta ha comportato.
Atdhe Lusha
Per avere condiviso la sua storia di bambino e giovane coraggioso, che affronta la malattia con dolore e rabbia, senza smettere di combattere.
La Giuria inoltre segnala le testimonianze di: Tatjana Vukic, Falaye Sissoko, Carlos Roberto Rodriguez, Koffi Kotokou, Maia, Alejandro Luis Vidangos, Blerim Kapllanay per il considerevole valore testimoniale, e ne caldeggia la pubblicazione all’interno del volume dedicato alle storie di DiMMi 2019, che vedrà la stampa come di consueto per i tipi di Terre di mezzo Editore nel 2020.
Ti sei perso la premiazione? Sulla pagina Facebook di DIMMI trovi il video con la diretta! Qui invece puoi leggere la presentazione di ciascun finalista.
Il concorso DiMMi Diari Multimediali Migranti è parte del progetto DIMMI di Storie Migranti, scopri di più.
foto di Samuel Webster