Materiali rivolti a docenti, educatori, mediatori interculturali e a chiunque voglia partecipare a un lavoro di maggiore consapevolezza della condizione migrante.
Questo lavoro nasce dal desiderio di costruire dei percorsi didattici multifunzionali intorno alle storie autobiografiche del progetto DiMMi, che provengono dall’interno dell’esperienza migratoria. Ci sembra infatti che nei diversi contesti educativi partire dalla testimonianza diretta dei soggetti migranti possa sì stimolare maggiore consapevolezza rispetto alle esperienze di migrazione, ma soprattutto dare vita a una pratica di interazione tra soggettività con esperienze di vita differenti, sollecitando forme circolari di auto-narrazione e di scambio. I materiali didattici sono possibili ‘spunti’ che ogni educatore, divulgatore o semplice trasmettitore di storie potrà utilizzare integrandole o adattandole come meglio ritiene per incoraggiare la curiosità, l’interesse e il coinvolgimento degli studenti o del pubblico che le ascolta, le fa proprie, le restituisce al suo interno.
La prima parte del testo – Lavorare con le storie – è suddivisa in diversi approcci didattici.
Il primo capitolo – Interrogare/farsi interrogare da una storia – presenta un modello di analisi testuale che si basa sulla scomposizione di una storia (il racconto “Istanti” di Elona Aliko) in brevi unità di testo e sulla elaborazione di schede di analisi per ognuna di esse. La proposta didattica ha lo scopo di interrogare nel profondo una singola storia cercando di interpretarne passaggi significativi che permettano di confrontarla con le altre, e allo stesso tempo di sviluppare un’attitudine riflessiva in chi compie l’analisi consentendo, nel confronto con altre persone, di esaminare il proprio punto di vista sulle singole storie.
Il secondo capitolo – La costruzione/decostruzione di mappe e immaginari – è un esempio di come una singola storia possa essere letta attraverso un filo conduttore specifico, in questo caso lo spazio tra mappe fisiche e immaginari mentali. L’obiettivo è mostrare come i diversi modi di comprendere e di rappresentare il mondo si basano su schemi percettivi e scale di valori prodotti da specifici sistemi di potere e sapere. Prendere coscienza di questi schemi significa mettere meglio a fuoco la propria posizione rispetto ai diversi gradi di cittadinanza, di privilegio, di mobilità possibile. Qui il caso preso in esame è la storia “Sogni spezzati” di Dominique Boa della stessa raccolta, ma il percorso può essere, chiaramente, riproposto su altre storie.
Il terzo capitolo – Le storie in classe – è costituito da una serie di schede che presentano attività di autonarrazione ispirate dalle storie di DiMMi o da altre esperienze laboratoriali di AMM. Le attività didattiche invitano le soggettività coinvolte a raccontarsi e a mettersi in gioco attraverso pratiche narrative di scrittura, ma anche corporee, ludiche e artistiche, chiedendogli di pensare alle dicotomie io/altro, noi/loro, migrante/non migrante, inclusione/esclusione ecc. in modo nuovo. Al centro di queste attività non c’è quindi la migrazione come contenuto da trasmettere, ma c’è un sé che si ripensa e ripensa il suo rapporto con l’altro.
La seconda parte – Autori, temi, brani scelti – presenta una selezione ragionata di brani tratti dalle varie storie raccolte nel libro Parole oltre le frontiere e un “Indice” dei temi che consente una lettura trasversale dei racconti, in uno sforzo di approfondire aspetti specifici delle esperienze raccontate, alcuni dei quali sono caratteristici dell’esperienza migratoria, mentre altri sono più universali e permettono una comparazione più diretta con le esperienze quotidiane di chi partecipa alle attività didattiche.
DIMMi di storie migranti. Materiali e spunti didattici è rivolto a docenti di scuole medie e superiori, educatori, mediatori interculturali e a chiunque voglia partecipare a un lavoro di maggiore consapevolezza della condizione migrante.
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